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il pianto degli angeli

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MaRtInUsSa_96
view post Posted on 9/1/2009, 19:19




oddio giada è stupendhosa!!! Ti prego continua!! ^^ <3
 
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Macky46
view post Posted on 10/1/2009, 14:18




d'accordo... ecco qui the next chappy ^^

Dopo il suo risveglio, i dottori lo trattennero in ospedale solo qualche giorno per degli accertamenti poi Tom potè tornare a casa.
Bill era andato a trovarlo ogni giorno, saltando la scuola. Un po' perchè non riusciva a stargli lontano, un po' perchè non gli andava di rivedere Anne e Andreas.
Adesso che il rasta era stato rimandato a casa però, non aveva più scuse.
Quel giorno era in anticipo quasi di un ora. Era rimasto d'accordo con Tom che sarebbe passato da casa sua e avrebbero fatto la strada insieme e, ovviamente, Bill era impaziente più che mai.
Arrivò davanti alla casa del ragazzo con mezz'ora di anticipo, ma anche lui, se possibile più impaziente del moro, era già pronto da un'eternità.
Lo attirò in casa e, chiusa la porta dietro di lui, lo salutò con un bacio appassionato. Si erano divisi solo la sera prima, eppure a loro sembrava una vita. Ogni momento, infatti, era privo di significato se non lo passavano insieme.
- Ti amo angelo mio
Bill sorrise.
- Ancora con questa storia dell'angelo?
- Non cercare di nasconderti. Un essere umano non potrebbe essere così perfetto.
- ... Anch'io ti amo Tomi.
In quel momento arrivò il padre del ragazzo. Il rasta teneva Bill contro la porta e i loro visi erano a pochi centimetri l'uno dall'altro, ma l'uomo non si scompose. Infatti avevano deciso di dirgli tutto il primo giorno.
- E vabbè - aveva reagito questi alla notizia - se il piccolo prezzo per riaverti indietro è che tu ti innamori di un ragazzo, allora ben venga. E poi mi sembra davvero un bravo ragazzo questo che ti sei scelto. Benvenuto in famiglia Bill.
Adesso salutò il moro amichevolmente.
- Ehi ragazzo, come va? Siete stati lontani troppo tempo, eh? - gli sorrise sarcasticamente.
Imbarazzato, Bill si svincolò dalla presa del rasta.
- Buongiorno signor Trumper. E sì, dovrebbe insegnare a suo figlio a controllarsi. - disse lanciando uno sguardo obliquo a Tom, che fece spallucce con aria indifferente.
- Lo so, lo so. E' troppo impulsivo il mio ragazzo, ma che ci vuoi fare? Ha preso tutto da me. - scherzò stringendo il figlio per una spalla. - Ora però è meglio che andiate, o farete tardi a scuola.
- Certo papi - lo congedò con un veloce bacio sulla guancia poi, preso per mano Bill, uscì di corsa.
- Arrivederci signor Trumper! - riuscì a gridare il moro prima di essere trascinato via.
L'uomo sorrise tra sè. Erano proprio una bella coppia. E suo figlio era, finalmente, davvero innamorato.

Fecero la strada fino a scuola il più lentamente possibile. Infatti, una volta arrivati, si sarebbero dovuti dividere per tutta la mattina.
- Sarai felice di rivedere i tuoi amici. - disse il moro, pensando più ai propri che a quelli di Tom.
- Non lo so... - rispose lui - papà mi ha detto che sono venuti a trovarmi solo una volta in tutti questi giorni. Se non fosse stato per te sarei morto di solitudine.
Bill si girò verso di lui, ma il rasta aveva abbassato lo sguardo, imbarazzato.
- Ehi - lo chiamò - guardami.
Il ragazzo ubbidì, alzando la testa.
- Non ne parliamo più, va bene? Non sopporto di vederti triste.
Annuì in silenzio.
Continuarono a parlare per diversi minuti, finchè non raggiunsero un piccolo incrocio di due stradine.
- Sei tornato finalmente! - era Andy che lo aspettava nel solito punto.
Il moro non lo considerò e gli passò davanti come se non esistesse.
- Bill, ma che ti prende? - gli andò dietro l'amico - Che è successo? Non mi presenti il tuo amico?
Stavolta il ragazzo si girò di scatto, facendo arrestare gli altri due che lo seguivano.
- Mi prende che non ti voglio più vedere Andy. E' successo che sei il peggiore amico che si possa avere. E questo è Tom, il mio ragazzo, quindi Anne puoi anche tenertela se vuoi.
Si rigirò e risprese la via, trascinandosi dietro il rasta confuso e lasciandosi alle spalle l'ex amico imbambolato.

- Bill... - il rasta si fermò - chi era quel ragazzo?
- Uno stronzo - rispose l'altro senza fermarsi.
- E... - aveva paura a fargli questa domanda - Anne?
Ora anche il moro si fermò e si girò verso Tom.
- Lei era la mia ragazza...
Gli raccontò di quando aveva visto Anne e Andreas insieme.
- E' da quel giorno che non li vedo, perchè poi ho trovato te e ho passato tutto il tempo all'ospedale.
- Quindi la tua ragazza non sa ancora niente di questa cosa.
- No... ma lo saprà oggi.
Prese la mano del rasta tra le sue.
- Entro oggi sarà tutto finito, te lo giuro.
Avrebbe messo la parola fine a questa storia.

- Bill! Era ora che ti rifacessi vivo!
Come sempre, all'uscita Anne era lì ad aspettarlo sorridente più che mai. Gli corse incontro e cercò di salutarlo come sempre, ma il moro l'allontanò.
- Bill, che ti prende? - disse allora lei con il viso crucciato.
Lui la guardò negli occhi e, cercando di metterci tutta la cattiveria possibile, disse:
- E' finita Anne. La prossima volta pensaci due volte prima di andare con il migliore amico del tuo ragazzo.
La ragazza rimase impalata, come l'amico quella mattina. Bill, lanciato uno sguardo d'intesa a Tom, che aveva seguito la scena dal fianco del moro, la sorpassò senza più degnarla di uno sguardo.
Mentre le passava a fianco sentì che piangeva, ma non gli importava. Quella ragazza non esisteva più per lui. Le aveva dato tutto e lei lo aveva tradito. Adesso c'era Tom al suo fianco e lui non aveva bisogno di nessun altro.
_________________________________
muahahahah la dolce vendetta! XD
 
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MaRtInUsSa_96
view post Posted on 10/1/2009, 14:35




muhahaha se lo meritano quei due ù_ù xDcontinua giada è stupendhosa ^^
 
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tokiettina_bill94
view post Posted on 10/1/2009, 15:54




shiiiiiii ben gli sta U_U ...tesola continua bitteeeeeeeeee ^^
 
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Macky46
view post Posted on 11/1/2009, 16:52




ihih e sì... dolce vendetta... muahahahah (ok basta se no poi sclero troppo >.<)
rieccomi qua con il chappy... ragazze tenetevi forte perchè da qui in poi le cose si fanno calde... buona lettura!


La strada di casa la fecero in silenzio. Bill era assorto nei suoi pensieri e Tom aveva capito che non era il caso di disturbarlo. Solo quando furono davanti alla porta lo riportò alla realtà.
- Vuoi entrare?
Il moro si riscosse. Fece cenno di sì con la testa ed entrò.
- Permesso?
Il rasta gli sorrise.
- Guarda che non c'è nessuno.
Bill non sentì neanche quelle parole, era ancora sovrapensiero, ma appena Tom chiuse la porta, lo abbracciò da dietro, affondando il viso nell'incavo del suo collo.
- Tu non mi tradirai mai, vero?
Il rasta gli prese le mani tra le sue.
- No, amore. Non potrei mai essere così stupido.
Stettero così per qualche tempo, confortandosi l'uno della vicinanza dell'altro. Poi Bill allentò l'abbracciò, per permettere a Tom di girarsi e di far incontrare le loro labbra.
Improvvisamente capì che lui non aveva mai amato Anne. Infatti, un bacio non aveva mai significato tanto per lui. Quando era con Tom, ogni singolo momento era importante. Anche solo un piccolo contatto gli provocava sensazioni che non aveva mai provato e che, ne era sicuro, non avrebbe mai potuto provare con nessun altro.
Senza sapere neanche come, si ritrovarono sdraiati sul divano. Tom sopra, Bill sotto. Il moro sorrise. Era la stessa situazione del sogno, capovolta. E lui non avrebbe certo detto di no.

Adesso Tom lo baciava con foga, desiderio. Lo voleva. Voleva Bill più di ogni altra cosa al mondo. Voleva che lui fosse suo, non più di Anne nè di nessun altro.
La maglia del moro fu il primo indumento a finire sul pavimento. Tom cominciò a baciarlo e a leccarlo sul collo e sulle spalle, poi scese lungo il petto per fermarsi su un tatuaggio, tre stelle concentriche, sulla parte destra del bacino. Lo trovava estremamente eccitante. Ne disegnò i contorni con le dita più e più volte. Bill cominciò a gemere e il rasta continuò, imperterrito, finchè il moro non resistette più a quel gioco sadico e ribaltò la situazione. Lui sopra, Tom sotto.
La maglia del rasta andò a fare compagnia all'altra sul pavimento. Bill riprese il gioco dall'inizio. Iniziò a leccare il collo dell'altro, passò alle spalle, poi al petto. Si soffermò qualche attimo sui capezzoli, poi continuò a scendere sul torace, sulla pancia. Tom non aveva stelle che potessero distrarlo dal suo fine, così il moro alzò lo sguardo e lo guardò: aspettava un cenno di assenso per continuare, che arrivò subito.
I pantaloni di Tom seguirono le maglie, e con loro il resto degli indumenti dei due ragazzi. Le loro labbra non riuscivano a stare separate, così come i loro sguardi. Non potevano più aspettare. Sentivano di avere bisogno l'uno dell'altro più dell'ossigeno per respirare.
Bill guardò negli occhi il rasta con desiderio. L'altro rispose con un altro bacio girandosi di spalle. Quando sentì il moro entrare dentro di lui, a stento represse un gemito di dolore, ma per il suo angelo avrebbe sopportato questo ed altro. Fortunatamente, dopo poco, il dolore lasciò posto al piacere. I gemiti scandivano i loro movimenti, unendosi ritmicamente insieme ai loro corpi. Con un ultima spinta e un grido Bill venne dentro di Tom, poi lo fece voltare di nuovo. L'erezione del rasta non era ancora stata soddisfatta, allora la fece accomodare nella sua bocca e iniziò a succhiare avidamente. Non ci volle molto che anche Tom venne, nella bocca del moro, che non si lasciò sfuggire una sola goccia come se fosse il più dolce nettare della terra. Alla fine si lasciarono andare sfiniti sul divano.
Adesso appartenevano l'uno all'altro e niente al mondo avrebbe mai potuto dividerli. Avevano scoperto cos'è la vera felicità. Avevano scoperto cos'è l'amore.
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adesso respirate! XD
 
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MaRtInUsSa_96
view post Posted on 11/1/2009, 21:41




*me salterella nella sedia* ke bellaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa <3 6 trp bravissima ^^ continua
 
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Macky46
view post Posted on 12/1/2009, 18:17




ihih ecco a te il continuo martinussa ^^


Era il periodo più bello di tutta la loro vita. Si amavano, stavano insieme, e non avevano bisogno di altro. La vita cominciava e finiva nel loro rapporto e non gli importava di tutto il resto.
Anne e Andreas non si erano più fatti vedere e ogni volta che incrociavano Bill abbassavano lo sguardo e cambiavano strada. Al moro tutto questo non provocava altro che un immenso piacere, capendo che li aveva fatti soffrire tanto quanto loro avevano fatto soffrire lui.
Tom aveva ripreso la sua vita di sempre, ma si era reso conto che non gli importava più niente degli altri. Nessuno, tra le persone che conosceva, era veramente suo amico. Nessuno, oltre al suo angelo, lo conosceva davvero.
Ogni giorno, dopo la scuola, Bill riaccompagnava a casa il rasta e si fermava da lui tutto il pomeriggio. Il padre di Tom non c'era quasi mai, così i due ragazzi erano liberi di dare sfogo alla loro passione.
Facevano l'amore ogni volta come se fosse la prima e l'ultima allo stesso tempo. Come se non esistessero altro che loro e il loro amore. E ogni momento che passavano separati era come se non vivessero veramente, come se mancasse qualcosa dentro di loro.
- Tomi...
- Dimmi amore.
- Lo sai che ti amo?
- Sì, anch'io ti amo angelo mio.
Il moro sorrise, Tom non aveva mai smesso di chiamarlo così, nonostante le sue proteste, e ora quel soprannome gli piaceva da impazzire.
Erano appena tornati da scuola e Bill si era lasciato andare sul divano, sfinito da cinque lunghissime ore di pura noia, lanciando le scarpe lontano.
Il rasta lo raggiunse e si sedette accanto a lui, cominciando ad accarezzargli i capelli.
Il moro si crogiolò un po' in quelle carezze poi prese la mano di Tom e se la portò alle labbra. La baciò teneramente, poi mise in bocca la punta dell'indice e lo sfiorò con la lingua facendo eccitare Tom, che non si fece ripetere l'invito due volte e si mise cavalcioni sopra di lui, baciandolo passionalmente. Mentre le labbra del rasta lasciavano umidi baci sul collo di Bill, le dita del moro percorrevano la sua schiena lungo la spina dorsale, facendolo rabbrividire.
La fastidiosa maglia XXL finì presto sul pavimento, seguita subito da quella, decisamente più piccola, di Bill.
Il rasta cominciò a baciargli il petto, facendolo sospirare sommessamente. Si fermò, come sempre, sulla stella, baciandone tutte le punte e tracciandone i contorni con la lingua. Il moro cominciò a gemere sempre più forte, finchè Tom non si decise ad andare avanti. Sfilò la cintura borchiata e poi i jeans di Bill. Poi mise una mano sulla sua erezione, ben visibile attraverso i boxer, massaggiandola sensualmente. Il moro ora respirava affannosamente. Abbassò i jeans anche al rasta insieme ai boxer e prese il suo membro in mano, cominciando a muoverla su e giù. Ottenne l'effetto desiderato. Tom smise con il suo giochino sadico, tolse finalmente i boxer anche a Bill ed entrò dentro di lui. Iniziò a muoversi lentamente, poi accellerò i movimenti spingendo sempre più forte. Tutti e due urlavano all'unisono di piacere. Con un ultima spinta, Tom venne dentro Bill. Poi allungò una mano sull'erezione del moro, muovendola velocemente per tutta la lunghezza. Non ci volle molto che anche Bill venne, con un gemito di soddisfazione.
Alla fine si abbandonarono sfiniti l'uno accanto all'altro. Tom sorrise al moro e posò dolcemente la mano sul suo viso.
- Sei bellissimo lo sai? Come un angelo, il mio angelo.
Il moro gli sorrise di rimando.
- Solo perchè l'amore ti rende cieco.
Si riavvicinò facendo combaciare le loro labbra, così stranamente uguali. Rimasero così, semplicemente a guardarsi negli occhi, per molto tempo prima di decidersi ad alzarsi e rivestirsi.
Erano felici, spensierati. Si amavano e non chiedevano altro alla vita, che di poter stare insieme.

- Ragazzi posso entrare? - la voce del padre di Tom segnalò il suo arrivo.
- No pa' non rompere! - rispose il rasta contrariato
- Certo signor Trumper - disse invece Bill, lanciando un'occhiata torva al suo compagno, seduto accanto a lui - non dia retta a quel maleducato di suo figlio.
L'uomo entrò nella stanza con un enorme sorriso stampato sulla faccia.
- Indovina un po' che cosa sta organizzando il tua papino per le vacanze di Natale?
- Una noiosissima gita in montagna a rompersi le scatole? - domandò Tom con una smorfia.
- No, mio caro figlio di poca fede. Una vacanza di due settimane nelle isole Cocos, paradiso dell'emisfero australe. - rispose quello sbattendo in faccia al figlio il depliant dell'albergo - E ovviamente Bill verrà con noi, vero?
Un silenzio imbarazzato scese nella stanza.
- Mi piacerebbe molto signore, ma vede... - il moro abbassò lo sguardo - mia madre non sa ancora niente di tutta questa storia di me e suo figlio...
- Capisco. - disse allora l'uomo - E' un vero peccato però, io lo facevo per voi. Senza di te non ha senso questo viaggio.
Di nuovo silenzio.
- Senta signore... posso provare a parlarle stasera.
Di nuovo un sorriso apparve sul viso dell'uomo.
- Siamo d'accordo allora, mi saprai ridire domani.
Detto così uscì dalla stanza, lasciando di nuovo i due ragazzi da soli.
Fu Tom a parlare per primo.
- Come mai non hai detto niente a tua mamma?
Bill non rispose, non lo sapeva neanche lui.
- Forse ti vergogni di me?
- Ma no, no amore! Che cosa dici?
- E allora perchè?
- Io... io non lo so Tomi. Forse è di me stesso che mi vergogno. - disse abbassando la testa.
- Amore, ma noi non facciamo niente di male.
- Sì lo so. Ed è per questo che stasera le parlerò. - rialzò lo sguardo, fissandolo in quello del rasta - E' ora che tutto il mondo sappia che ti amo.
___________________________
ecculu ^^
 
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tokiettina_bill94
view post Posted on 12/1/2009, 22:11




*me piange*è bellishima pleaseee kontinuaaaaaaaa
 
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MaRtInUsSa_96
view post Posted on 12/1/2009, 22:46




*me ke continua a salterellare nella sedia* waaaaaaaaaaaaaaa continuaaaaaaaaaa <3
CITAZIONE
E' ora che tutto il mondo sappia che ti amo.

Bill questa frase è sottintesa...ma lo sappiamo tutti ke ami ME!! buhahahaha *me sclerata* hihihi <3
 
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Macky46
view post Posted on 13/1/2009, 14:37




ahahahah oddio ragazze mi fate morire! XD
vi lascio il prossimo chappy solo per vedere le risposte! XDXD


Aprì la porta titubante.
La madre era, come sempre, in cucina. Stava preparando la cena.
- Mamma...
- Oh, ciao Bill! - lo salutò, solare - Non è ancora pronto, ma intanto puoi...
- Mamma ti devo parlare - la interruppe il ragazzo.
La donna si girò a guardare il figlio e, vista la sua espressione seriosa, abbandonò i fornelli al loro destino, sedendosi a tavola:
- Dimmi tutto.
Anche il moro prese una sedia e si mise di fronte alla madre.
- Avrai notato - cominciò nervosamente - che ultimamente passo poco tempo a casa...
- Vai da Anne, giusto?
- Ci siamo lasciati due settimane fa.
- Ah... mi dispiace tesoro - disse allora lei accorata - Allora sei stato con Andreas a tirarti un po' su di morale?
- Io e Anne ci siamo lasciati perchè lei mi tradiva con Andy.
- Ah...
- Comunque non importa mamma, è stato meglio così.
- Ma allora dove sei stato in questi giorni?
- Ecco, era proprio di questo che ti volevo parlare - abbassò lo sguardo a fissarsi le mani, imbarazzato - Vedi mamma... io mi sono innamorato...
- E bravo il mio ragazzo, non perdi tempo a piangerti addosso eh?
- ... di un ragazzo.
- Ah...
- Vedi mamma, io e lui siamo veramente legati. Ora è inutile che ti spieghi perchè non mi crederesti, ma lui è, letteralmente, il ragazzo dei miei sogni.
La donna sospirò, rassegnata. In fondo, forse, se lo aspettava che un giorno sarebbe successo.
- Senti tesoro. Che ne dici se domani, dopo la scuola, lo porti qui e me lo fai conoscere?
Il viso del moro si illuminò.
- Ma certo, mamma! - si alzò dalla sedia e andò a schioccare un sonoro bacio sulla guancia della madre - Grazie mille di avermi capito.
- Ma che dici Bill? Lo sai che ti voglio troppo bene e ti capirei anche se fossi un serial killer.
Il ragazzo sorrise.
- Grazie comunque, mamma. Anch'io ti voglio bene.
Detto questo, con un ultimo bacio, lasciò la madre in cucina e salì di corsa le scale per andare in camera sua. Doveva chiamare Tomi e raccontargli tutto.

- Pronto?
- Tomi! Tomi! Sono io!
- Oh, ciao amore. Cos'è tutta questa agitazione?
- Ho parlato con mia mamma!
- Ah, e come è andata?
- Ha reagito bene. Dice che vuole conoscerti.
- Wow... di già?
- Certo amore. Perchè, c'è qualcosa che non va?
- No no, niente. E' solo... e se non le piacessi?
- Ma che dici, Tomi? Tu sei perfetto, io ti amo e la mamma ti adorerà.
- Ma certo! E' il sogno di ogni madre che il figlio porti a casa un ragazzo, rasta, che si veste da rapper, con un piercing al labbro!
Il moro rimase un attimo di stucco, poi scoppiò a ridere di gusto.
- Non c'è niente di divertente.
- Amore, ma hai visto i miei di capelli? E i miei vestiti? E poi anch'io ho piercing e addirittura tatuaggi! Secondo te la mamma di uno come me potrebbe mai dare peso all'aspetto o allo stile di una persona? Non credo proprio. A lei interessa solo il tuo carattere e per quello io assolutamente tranquillo. Le piacerai di sicuro Tomi, fidati.
- Mmm... va bene Bill.
- Allora domani dopo la scuola ti porto a casa mia, d'accordo?
- Così presto?
- Tomi!
- E va bene! E va bene!
- Allora a domani?
- D'accordo Bibi.
- Ora riattacco che mia mamma mi chiama. Ci vediamo domani amore.
- Ok...
- E dai non fare così!
- Ok, ok! Ci vediamo domani.
- Ti amo cucciolo.
- Anch'io ti amo, angelo.
Lo schioccò di un bacio chiuse la comunicazione.
Il rasta rimase qualche secondo a fissare il cellulare, poi lo posò sul comodino e si sdraiò sul letto. Bill la faceva facile, ma lui aveva un brutto presentimento. Sentiva che qualcosa sarebbe andato storto. E aveva paura.

La mattina, quando Bill passò a prendere il rasta a casa per andare a scuola, era raggiante. Non vedeva l'ora di far conoscere Tom alla madre. Era più che convinto che le sarebbe piaciuto. L'altro ragazzo era di tutt'altro umore e di tutt'altra convinzione.
- Amore, non fare quella faccia! - gli disse non appena lo vide - Adesso ti lascio tutta la mattina per riprenderti, ma quando torneremo a casa voglio che quel broncio si trasformi in sorriso, capito? Voglio che la mamma veda la parte più bella di te.
- D'accordo Bill... però quando si torna a casa eh?
- Vorrà dire che aspetterò! - disse allora lui schioccandogli un bacio sulla guancia.
Quando arrivarono a scuola si dileguò nei corridoi dell'edificio, lasciando il rasta a combattere con quella brutta sensazione che sentiva e che non l'abbandonò per tutta la mattina.

- Mamma, siamo qui! - il moro gridò entrando in casa.
- Oh, sei arrivato tesoro! - la donna venne loro incontro sulla porta.
- Mamma. Lui è Tom. - le disse sorridente, tenendo la mano sul braccio del ragazzo, che altrimenti sarebbe scappato da un momento all'altro.
- E' un piacere conoscerla signora. - riuscì a dire arrossendo.
- Il piacere è tutto mio Tom, ma non darmi del lei per favore. Mi fa sentire vecchia. Chiamami Simone, d'accordo?
- D'accordo.
- Adesso tutti a tavola. Sarete affamati. - indicò la cucina con un gesto del braccio.
- Grazie, mamma. - il moro diede un sonoro bacio sulla guancia alla madre, poi prese il rasta per mano - Dai, andiamo Tomi.
Si misero a tavola e Bill si mise a raccontare alla madre la sua giornata a scuola, cercando ogni tanto di fare intervenire Tom, per fargli perdere un po' di timidezza. In effetti, dopo qualche minuto, il ragazzo si sciolse e cominciò a prendere parte alla conversazione spontaneamente, finchè una domanda non rovinò tutto.
- Tom... scusami l'indiscrezione, è solo curiosità. Potrei sapere il cognome?
- Trumper
La donna si bloccò all'udire quel nome e la forchetta le cadde di mano.
- Cosa c'è mamma? - Bill si alzò di scatto e andò vicino alla madre, preoccupato.
Simone non riusciva a ripetere altro che quella parola: Trumper. Era convinta che tutto fosse finito ma non era così, era tornato. E nel modo peggiore.
- Tom... per favore chiama Jorge e digli di venire subito qui, che Simone ha bisogno di parlargli.
- Sì subito. - fece per alzarsi, poi si girò a guardare la donna stupito - Ma... lei come fa a sapere il nome di mio padre?
_______________
e me vi lascia a morire di suspance... buahahahahah *me sclera* >.<
 
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tokiettina_bill94
view post Posted on 13/1/2009, 15:39




CITAZIONE
e me vi lascia a morire di suspance... buahahahahah *me sclera* >.<

sei sicura che ti conviene lasciarmi così??e no no teso
tu ora mi metti subito l'altro chappy se non vuoi che IO ti lascio in suspance U_U
*ok me sclera completamente xD*
 
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Macky46
view post Posted on 13/1/2009, 15:56




CITAZIONE
tu ora mi metti subito l'altro chappy se non vuoi che IO ti lascio in suspance U_U

noooooooooooooooooooo!!!!!
... non cederò a questi ricatti! ù.ù
dovrai aspettare domani muahahahah
*let's scler all together!* >.<
 
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tokiettina_bill94
view post Posted on 14/1/2009, 16:13




ti farò cedere in un modo o nell altro vedrai
con le buone o con le cattive U___U
*me pazza xD*
 
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Macky46
view post Posted on 14/1/2009, 16:33




non ho ceduto! buhahahahah!
e posto oggi come promesso però ^^


- Pronto?
- Papà, sono io.
- Tom, ma non dovresti essere a casa di Bill?
- Sì, infatti.
- E allora perchè sei al telefono con me? Torna immedia...
- Papà, devi venire qui.
- Cosa? E perchè?
- La mamma di Bill. Appena le ho detto il mio cognome è sbiancata e ha detto di chiamarti, conosce il tuo nome pa'. Mi ha detto di dirti che Simone ha bisogno di parlarti.
- ...
- Papà, ci sei? Hai capito?
- Simone?
- Sì.
- Simone è la madre di Bill?
- Sì. Perchè la conosci?
- Arrivo subito.
Un click chiuse la comunicazione.

- Dov'è Simone?
L'uomo buttò quasi giù la porta dalla forza con cui bussò alla porta.
- E' di là. Vieni pa'.
Il rasta lo guidò in cucina.
Appena la donna lo vide scoppiò in lacrime.
- Che cosa abbiamo fatto? - non riusciva più a dire altro.
L'uomo si avvicinò a lei e le cinse le spalle con un braccio. Poi si rivolse ai due ragazzi, che erano rimasti a guardare stupiti la scena.
- Potreste lasciarci un attimo soli?
I due annuirono, uscirono dalla stanza e andarono in camera di Bill.
Quando furono rimasti soli, Jorge abbracciò la donna, che si lasciò andare tra le sue braccia e pianse tutte le sue lacrime.
Solo quando la donna si calmò, cominciò a parlarle.
- Simone... è inutile che piangi adesso. Ormai non possiamo più fare niente. Si amano.
- Ma sono fratelli! E' illegale! E' immorale! E'...
- E' amore.
- No Jorge!
- Sì invece. Tu non sei stata con loro insieme quanto ci sono stato io. Non possiamo dividerli. Non possiamo dirglielo.
- Ma dobbiamo! Come non è giusto dividerli, non è giusto neanche tenerglielo nascosto.
L'uomo sospirò e prese una sedia. La discussione sarebbe andata per le lunghe.

Bill stava facendo vedere la stanza al rasta, ma vedeva che questo era completamente immerso nei suoi pensieri.
- Amore - lo richiamò allora - anch'io sono curioso di sapere perchè si conoscono e, soprattuto, perchè hanno reagito così. Ma ce lo diranno loro appena avranno finito di parlare.
- Sì, ma io voglio saperlo adesso! - sbuffò Tom, impaziente.
Il moro lo prese per le spalle e lo fece sedere sul letto. Gli si mise davanti, in piedi, con aria minacciosa.
- Adesso tu starai qui e non ti lamenterai in nessun modo, capito? Altrimenti io ti punirò dal cattivo ragazzo che sei.
Il rasta gli sorrise, malizioso, e lo prese per i fianchi.
- E come avresti intenzione di punirmi?
Si guardavano negli occhi. Bill con espressione seria, Tom con aria di sfida.
Alla fine fu il primo ad abbandonare la posizione, sedendosi a cavalcioni sul rasta.
- Ora ti faccio vedere io. - gli sussurrò a un orecchio, oi prese il lobo tra le labbra e lo morse leggermente.
Tom cominciò ad eccitarsi e dimenticò totalmente i loro genitori nella stanza di sotto. Bill era decisamente più interessante. Quest'ultimo lo fece sdraiare con una spinta e gli infilò la lingua nell'orecchio, facendolo rabbrividire. Decise di abbandonarsi completamente a lui e farsi "punire" nel modo che più gli piaceva.
Il moro lasciò perdere l'orecchio e passò al collo, mentre la sua mano correva alla lampo dei jeans del rasta. Li abbassò e con loro i boxer. Adesso poteva vedere l'effetto che quel suo giochino dell'orecchio aveva provocato in Tom. Sorrise soddisfatto, guardandolo negli occhi, poi prese in mano il suo membro già eccitato e cominciò a muovere ritmicamente la mano su e giù. Il rasta cominciò a gemere. Bill continuava a guardarlo in viso, eccitandosi a sua volta osservando la sua espressione di piacere.
Tolse la mano e la sostituì con la bocca, leccando e a succhiando avidamente.
Non ci volle molto, che Tom venne. Il moro non si lasciò sfuggire una goccia di quel nettare, che per lui era l'ambrosia degli dei. Poi si sdraiò accanto a lui, osservando ancora il suo viso ora rilassato e soddisfatto. Sorrise di nuovo: era felice di fare questo effetto alla persona che più amava al mondo.
Il rasta aveva ancora il respiro affanato, ma si girò su un fianco per avere il viso rivolto verso Bill. All'improvviso gli venne in mente una cosa.
- Amore, ma te niente?
- Io non devo mica essere punito. - gli disse l'altro sorridendo - E poi, a me basta questo - si avvicinò e fece combaciare le loro labbra in un lungo, appasionato bacio.
Si separarono dolcemente, poi l'espressione di Tom si fece d'un tratto seria.
- Bill, - disse - io non so perchè i nostri genitori abbiano reagito così, ma è da ieri che ho una brutta sensazione e sono sicuro che non ne verrà fuori niente di buono.
- Tomi...
- No aspetta, lasciami finire. Ora voglio che tu mi prometta che, qualsiasi cosa succederà, non lasceremo che ci separino.
- Amore, ma tuo padre non lo farebbe mai.
- Promettimelo!
- Certo Tomi che te lo prometto. Non potrei mai vivere senza te.
Il rasta sembrò rilassarsi e abbracciò Bill, stringendolo forte a sè. Non avrebbe mai permesso a nessuno di portagli via il suo angelo.

Quando Jorge entrò nella stanza li trovò così, abbracciati. Gli si strinse il cuore a quella vista, ma non potè fare a meno di richiamarli.
- Ragazzi, io e Simone dobbiamo parlarvi. - sospirò - Venite giù per favore.
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eccheloooooo XD
 
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MaRtInUsSa_96
view post Posted on 14/1/2009, 17:31




ma nuooooooooooooo nn puoi lasciarmi cosiiiiiiiiiiiiiiiiiii waaaaaaaaaaaaaa scleroooooooo!!!!
 
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102 replies since 2/1/2009, 14:24   717 views
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