| ahahahah oddio ragazze mi fate morire! XD vi lascio il prossimo chappy solo per vedere le risposte! XDXD
Aprì la porta titubante. La madre era, come sempre, in cucina. Stava preparando la cena. - Mamma... - Oh, ciao Bill! - lo salutò, solare - Non è ancora pronto, ma intanto puoi... - Mamma ti devo parlare - la interruppe il ragazzo. La donna si girò a guardare il figlio e, vista la sua espressione seriosa, abbandonò i fornelli al loro destino, sedendosi a tavola: - Dimmi tutto. Anche il moro prese una sedia e si mise di fronte alla madre. - Avrai notato - cominciò nervosamente - che ultimamente passo poco tempo a casa... - Vai da Anne, giusto? - Ci siamo lasciati due settimane fa. - Ah... mi dispiace tesoro - disse allora lei accorata - Allora sei stato con Andreas a tirarti un po' su di morale? - Io e Anne ci siamo lasciati perchè lei mi tradiva con Andy. - Ah... - Comunque non importa mamma, è stato meglio così. - Ma allora dove sei stato in questi giorni? - Ecco, era proprio di questo che ti volevo parlare - abbassò lo sguardo a fissarsi le mani, imbarazzato - Vedi mamma... io mi sono innamorato... - E bravo il mio ragazzo, non perdi tempo a piangerti addosso eh? - ... di un ragazzo. - Ah... - Vedi mamma, io e lui siamo veramente legati. Ora è inutile che ti spieghi perchè non mi crederesti, ma lui è, letteralmente, il ragazzo dei miei sogni. La donna sospirò, rassegnata. In fondo, forse, se lo aspettava che un giorno sarebbe successo. - Senti tesoro. Che ne dici se domani, dopo la scuola, lo porti qui e me lo fai conoscere? Il viso del moro si illuminò. - Ma certo, mamma! - si alzò dalla sedia e andò a schioccare un sonoro bacio sulla guancia della madre - Grazie mille di avermi capito. - Ma che dici Bill? Lo sai che ti voglio troppo bene e ti capirei anche se fossi un serial killer. Il ragazzo sorrise. - Grazie comunque, mamma. Anch'io ti voglio bene. Detto questo, con un ultimo bacio, lasciò la madre in cucina e salì di corsa le scale per andare in camera sua. Doveva chiamare Tomi e raccontargli tutto.
- Pronto? - Tomi! Tomi! Sono io! - Oh, ciao amore. Cos'è tutta questa agitazione? - Ho parlato con mia mamma! - Ah, e come è andata? - Ha reagito bene. Dice che vuole conoscerti. - Wow... di già? - Certo amore. Perchè, c'è qualcosa che non va? - No no, niente. E' solo... e se non le piacessi? - Ma che dici, Tomi? Tu sei perfetto, io ti amo e la mamma ti adorerà. - Ma certo! E' il sogno di ogni madre che il figlio porti a casa un ragazzo, rasta, che si veste da rapper, con un piercing al labbro! Il moro rimase un attimo di stucco, poi scoppiò a ridere di gusto. - Non c'è niente di divertente. - Amore, ma hai visto i miei di capelli? E i miei vestiti? E poi anch'io ho piercing e addirittura tatuaggi! Secondo te la mamma di uno come me potrebbe mai dare peso all'aspetto o allo stile di una persona? Non credo proprio. A lei interessa solo il tuo carattere e per quello io assolutamente tranquillo. Le piacerai di sicuro Tomi, fidati. - Mmm... va bene Bill. - Allora domani dopo la scuola ti porto a casa mia, d'accordo? - Così presto? - Tomi! - E va bene! E va bene! - Allora a domani? - D'accordo Bibi. - Ora riattacco che mia mamma mi chiama. Ci vediamo domani amore. - Ok... - E dai non fare così! - Ok, ok! Ci vediamo domani. - Ti amo cucciolo. - Anch'io ti amo, angelo. Lo schioccò di un bacio chiuse la comunicazione. Il rasta rimase qualche secondo a fissare il cellulare, poi lo posò sul comodino e si sdraiò sul letto. Bill la faceva facile, ma lui aveva un brutto presentimento. Sentiva che qualcosa sarebbe andato storto. E aveva paura.
La mattina, quando Bill passò a prendere il rasta a casa per andare a scuola, era raggiante. Non vedeva l'ora di far conoscere Tom alla madre. Era più che convinto che le sarebbe piaciuto. L'altro ragazzo era di tutt'altro umore e di tutt'altra convinzione. - Amore, non fare quella faccia! - gli disse non appena lo vide - Adesso ti lascio tutta la mattina per riprenderti, ma quando torneremo a casa voglio che quel broncio si trasformi in sorriso, capito? Voglio che la mamma veda la parte più bella di te. - D'accordo Bill... però quando si torna a casa eh? - Vorrà dire che aspetterò! - disse allora lui schioccandogli un bacio sulla guancia. Quando arrivarono a scuola si dileguò nei corridoi dell'edificio, lasciando il rasta a combattere con quella brutta sensazione che sentiva e che non l'abbandonò per tutta la mattina.
- Mamma, siamo qui! - il moro gridò entrando in casa. - Oh, sei arrivato tesoro! - la donna venne loro incontro sulla porta. - Mamma. Lui è Tom. - le disse sorridente, tenendo la mano sul braccio del ragazzo, che altrimenti sarebbe scappato da un momento all'altro. - E' un piacere conoscerla signora. - riuscì a dire arrossendo. - Il piacere è tutto mio Tom, ma non darmi del lei per favore. Mi fa sentire vecchia. Chiamami Simone, d'accordo? - D'accordo. - Adesso tutti a tavola. Sarete affamati. - indicò la cucina con un gesto del braccio. - Grazie, mamma. - il moro diede un sonoro bacio sulla guancia alla madre, poi prese il rasta per mano - Dai, andiamo Tomi. Si misero a tavola e Bill si mise a raccontare alla madre la sua giornata a scuola, cercando ogni tanto di fare intervenire Tom, per fargli perdere un po' di timidezza. In effetti, dopo qualche minuto, il ragazzo si sciolse e cominciò a prendere parte alla conversazione spontaneamente, finchè una domanda non rovinò tutto. - Tom... scusami l'indiscrezione, è solo curiosità. Potrei sapere il cognome? - Trumper La donna si bloccò all'udire quel nome e la forchetta le cadde di mano. - Cosa c'è mamma? - Bill si alzò di scatto e andò vicino alla madre, preoccupato. Simone non riusciva a ripetere altro che quella parola: Trumper. Era convinta che tutto fosse finito ma non era così, era tornato. E nel modo peggiore. - Tom... per favore chiama Jorge e digli di venire subito qui, che Simone ha bisogno di parlargli. - Sì subito. - fece per alzarsi, poi si girò a guardare la donna stupito - Ma... lei come fa a sapere il nome di mio padre? _______________ e me vi lascia a morire di suspance... buahahahahah *me sclera* >.<
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