grazie ragazze! ecco a voi il secondo chappy XD
- Svegliati, Bill! Svegliati!
Il moro aprì un occhio, poco convinto.
- Possibile che ogni volta ti debba venire a svegliare io? La sveglia non funziona?
La madre lo rimproverava così tutte le mattine. Non è che la sveglia non funzionasse, semplicemente non era abbastanza forte da svegliare un dormiglione come lui.
- Allora? Ti decidi ad alzarti, sì o no?
- mmmm... sì mamma - borbottò il ragazzo aprendo anche il secondo occhio.
Si alzò controvoglia. Aveva come la sensazione di essere stato strappato da qualcosa, da qualcuno di importante... ma non riusciva a ricordare. Il sogno era stato cancellato dalla sua mente, così come quel ragazzo che tanto aveva bisogno di lui.
- Wow... oggi sei in ritardo solo di... 20 minuti! E' un record! - lo accolse un ragazzo biondo con un sorriso sarcastico.
- Non rompere Andy, non avevo voglia di alzarmi.
- Maddai?! e dove sta la novità?
Andy, Andreas, era il migliore amico di Bill, il primo che l'aveva accettato con tutte le sue stranezze, il trucco, lo smalto nero, i capelli e il suo look in generale.
Il moro gli fece la linguaccia e si incamminò senza altre parole verso quel carcere chiamato scuola.
La mattina passò, lenta e noiosa come tutte le altre, e per tutto il tempo Bill continuò a provare uno strano senso di colpa per il quale non riusciva a trovare un motivo. All'uscita però qualcuno lo sollevò da quella preoccupazione: Anne.
Lo aspettava davanti al cancello e, non appena lo vide, lo salutò con un bacio sulla bocca e un sorriso a trentadue denti.
- Che cos'è tutto questo entusiasmo? - le chiese con aria indifferente.
- Dai, Bill! Non fare lo stupido! - gli disse prendendolo sottobraccio.
- Io, lo stupido? e perchè mai? - ribattè lui con finta aria stupita.
- Tanto lo so che non te lo sei dimenticato! Fai così tutte le volte!
Le sorrise e le rubò un altro bacio. Era il loro mesiversario, il quinto.
- Sì, ma tu non ci caschi mai, vero Anne? - era Andreas che, sentendosi lasciato da parte, si intrometteva.
La ragazza si avvicinò a lui e lo squadrò per bene.
- mmm... tu sai tutto vero? - esordì - tu lo sai che cosa ha preparato Bibi!
Il biondo la guardò con uno sguardo sadico.
- Certo che lo so!
- Dimmelodimmelodimmelodimmelodimmelodimmelodimmelo - cominciò a ripetere quella parola all'infinito, saltellando e tenendo le mani di Andreas tra le sue.
Bill scoppiò a ridere.
- Nono, Andy non ti dirà proprio niente. - le disse afferrandola per un braccio - Per due motivi: primo, perchè è sadico; secondo, perchè se ci prova lo picchio.
- Andyyyyyyyyyyyyy - urlò mentre veniva trascinata via - dimmelooooooooooooooooooo.
Solo quando fu ad una certa distanza dalla scuola, il moro si fermò e si girò verso di lei. Si sorprese ad osservarla per l'ennesima volta.
Era esile e minuta, ma ben fatta. Aveva delle mani morbide e delicate, con le unghie lunghe smaltate di nero. I lunghi capelli biondi le ricadevano sulle spalle e la frangia le copriva parzialmente il viso, gliela spostò con la mano liberando così gli occhi verdi dal taglio allungato, che quando sorrideva le davano quell'aria da eterna bambina per cui lui impazziva.
- Cosa c'è? - lo richiamò alla realtà Anne, guardandolo incuriosita.
Si rese conto che la stava fissando da diverso tempo.
- No, niente... stavo pensando a quanto sono fortunato ad averti conosciuta.
Eccolo. Uno di quei sorrisi a cui non sapeva resistere. L'attirò a sè e le loro labbra si unirono di nuovo in un lungo bacio.
Si staccò dolcemente e, sorridendole, tirò fuori dalla tasca una benda.
- Bill, che cosa vuoi fare? - gli disse lei ridendo.
- Te fidati, adesso comincia il divertimento.
Si trovavano sulla riva di un lago. Bill aveva regalato ad Anne il giorno più bello della sua vita.
Le aveva tolto la benda dopo diversi minuti, ma l'attesa era stata ripagata dalla sorpresa che il ragazzo le aveva preparato. Si era ritrovata davanti a un bellissimo cavallo bianco. Quando l'aveva visto era quasi scoppiata a piangere, ma il moro le aveva sorriso, era montato in groppa allo stallone e poi le aveva porto la mano per aiutarla a salire. Le sembrava di essere una principessa delle fiabe. Il suo "principe azzurro" l'aveva portata nel bosco, dove aveva preparato un pic-nic da favola, tanto per rimanere in tema, con tutti i suoi stuzzichini preferiti e una piccola torta con le fragole. Avevano mangiato in tranquillità all'ombra di un grande albero, poi erano rimontati a cavallo e Bill l'aveva portata sulla riva di quel laghetto sconosciuto.
Il moro smontò, legò il cavallo e aiutò la ragazza a scendere. Questa, appena a terra, gli gettò la braccia al collo.
- Grazie amore per tutto quello che hai fatto oggi! - i suoi occhi erano lucidi.
- Figurati piccola... lo sai che mi piace renderti felice
Lei lo strinse ancora per un momento, poi si staccò e lo guardò negli occhi un attimo.
- Spogliati.
Il moro la guardò con gli occhi sgranati.
- Non fare lo stupido Bill! - gli disse ridendo - Voglio fare il bagno, dai!
Anche il ragazzo si mise a ridere e ubbidì. Cominciò a spogliarsi, fino a rimanere con i soli boxer. Anne lo imitò e, rimasta in intimo, gli fece la linguaccia scappando subito in acqua.
Il moro raccolse la sfida e si tuffò dietro di lei. Si rincorsero un po', finchè la ragazza non si fermò chiedendo perdono.
- No che non ti perdono - le disse, afferrandola per i polsi - non si fanno i versacci a Bill Kaulitz!
- No! Perdonami mio signore!
- E' troppo tardi per pentirsi adesso, ora subirai la punizione del tuo padrone!
- No, la prego! Non mi faccia del male!
Scoppiarono a ridere sentendosi stupidi come non mai, ma anche felici.
Fecero l'amore in quel luogo nascosto agli occhi del mondo come se non esistessero altro che loro due e il lago, poi rimasero sulla riva abbracciati fino al calare della sera. Purtroppo anche quel giorno così bello era finito, così Bill riportò a casa la ragazza.
- Grazie di tutto, amore - gli disse lei prima di entrare - è stato il giorno più bello della mia vita.
Senza lasciargli il tempo di rispondere, lo salutò con un ultimo bacio e sparì oltre la porta.
Rimase ancora un attimo a fissare il punto in cui era sparita, poi si rigirò e si incamminò verso casa. Arrivato, si diresse in camera sua, cercando di fare meno rumore possibile. Era molto tardi, quindi si spogliò e si infilò dritto sotto le coperte. Si addormentò non appena toccò il letto.
Avevi detto che saresti tornato e invece non ti sei più fatto vedere. Perchè mi hai abbandonato anche tu, angelo? Mi hai lasciato solo in questa oscurità, anche la pioggia sta smettendo di cadere. Ti sei dimenticato di me?
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ecco fatto... ditemi che ne pensate